LA PICCOLA CHIESETTA DEI PUTTI
16 Gennaio 2023TANA DELL’ARTISTA: DALLE STELLE ALLE STALLE
1 Febbraio 2023Un lungo percorso in auto, è domenica, il giorno dedicato alla nostra passione più grande…l’abbandono. Si fa tappa nei vari punti di ritrovo, ci si abbraccia con un sorriso che fa invidia al mondo, e via, verso il luogo scelto tra tanti.
Come di consueto, prima di arrivare sul punto d’interesse esplorativo ci fermiamo per un caffè, una sigaretta e per controllare tutta l’attrezzatura.
Oggi vi racconto di una location a mio avviso un po’ strana, è quasi totalmente inagibile ma le sorprese non mancano mai!
L’esterno si presenta come un grande casale, due piani, un piano terra e la cantina.
Già da fuori è evidente essere un abbandono ultradecennale, si evince dal crollo parziale del tetto, e dalle persiane che dondolano. Ogniuno di noi prepara attentamente i propri strumenti e si accinge ad entrare.
La porta d’entrata è spalancata, di legno azzurro, a sinistra una cassetta della posta dorata…chissà quante lettere avrà ricevuto al suo interno…
Appena dentro l’abitazione, ci imbattiamo in uno scenario ricco di tristezza e devastazione.
A destra, su di un muretto, giace una vecchia confezione di tramezzini scaduti, una bottiglia di vino (forse) stappata e lasciata svuotare dall’evaporazione naturale del liquido interno. Guardando bene, ci sono parecchie foto scattate probabilmente con una polaroid, ritraggono persone che oggi non sappiamo neanche se sono più in vita, ma che ci fanno rivivere momenti e ricordi della loro vita.
Davanti a noi delle scale portano ai piani superiori, rispettivamente a destra e sinistra abbiamo due grandi stanze che ancora non sappiamo cosa nascondono.
Il gruppo inizia a dividersi, l’area è grande, bisogna esplorarla bene ed è cosa buona e giusta esplorare con i singoli punti di vista.
Io decido di salire al piano superiore, incontro Gianlu e Fra che hanno avuto la mia stessa idea, ed esploriamo assieme. Ci troviamo su un lungo corridoio, le stanze sono disposte tutte su di un lato e su quello opposto ci sono invece le finestre, di dimensioni standard, che affacciano su un paesaggio fatto di terreni erbosi e un cielo grigio carico di pioggia. La prima camera che vado a perlustrare è in realtà un bagno, piccolissimo, composto da lavandino, water e vasca da bagno. Le condizioni non sono delle migliori, a terra un bidet fracassato, a rendere la stanza luminosa contribuiscono la finestra spalancata e le ceramiche, di rivestimento delle pareti, di colore bianco con dei disegni delicati color marrone. Non riesco ad entrare completamente all’interno della stanza poiché c’è il caos più totale!
Esco e proseguo lungo il corridoio, prima non avevo notato, ma attaccati alle pareti quasi sotto le finestre, ci sono dei termoconvettori, dal design parecchio retrò, servivano a scaldare l’ambiente.
Diamo uno sguardo alle stanze…una in particolare cattura la mia attenzione, è buia e fondamentalmente vuota, ma una sedia è disposta quasi esattamente al centro della stanza allineata ad un finestra con le tende semichiuse, e ciò scatena in me una sorta di strana inquietudine! Proseguendo, la seconda stanza è vuota, e in quelle condizioni esprime esattamente tutta la sua ampiezza, uscendo, alle mie spalle, adagiato sul pavimento c’è un bellissimo portariviste in legno, di colore chiaro è lavorato in tipico stile anni ‘80.
L’ultima camera di questo lungo corridoio, probabilmente era la cucina, dico probabilmente per i tanti mobili smontati e appoggiati addosso ai muri, il numero di finestre superiore alle altre stanze ( ben tre) e da non sottovalutare la presenza di un caminetto, ormai mal ridotto purtroppo.
Come di consueto, prima di arrivare sul punto d’interesse esplorativo ci fermiamo per un caffè, una sigaretta e per controllare tutta l’attrezzatura.
Oggi vi racconto di una location a mio avviso un po’ strana, è quasi totalmente inagibile ma le sorprese non mancano mai!
L’esterno si presenta come un grande casale, due piani, un piano terra e la cantina.
Già da fuori è evidente essere un abbandono ultradecennale, si evince dal crollo parziale del tetto, e dalle persiane che dondolano. Ogniuno di noi prepara attentamente i propri strumenti e si accinge ad entrare.
La porta d’entrata è spalancata, di legno azzurro, a sinistra una cassetta della posta dorata…chissà quante lettere avrà ricevuto al suo interno…
Appena dentro l’abitazione, ci imbattiamo in uno scenario ricco di tristezza e devastazione.
A destra, su di un muretto, giace una vecchia confezione di tramezzini scaduti, una bottiglia di vino (forse) stappata e lasciata svuotare dall’evaporazione naturale del liquido interno. Guardando bene, ci sono parecchie foto scattate probabilmente con una polaroid, ritraggono persone che oggi non sappiamo neanche se sono più in vita, ma che ci fanno rivivere momenti e ricordi della loro vita.
Davanti a noi delle scale portano ai piani superiori, rispettivamente a destra e sinistra abbiamo due grandi stanze che ancora non sappiamo cosa nascondono.
Il gruppo inizia a dividersi, l’area è grande, bisogna esplorarla bene ed è cosa buona e giusta esplorare con i singoli punti di vista.
La stanza delle scartoffie
Vado a sinistra, un paio di camere enormi sono comunicanti, in fondo ad esse si vede un’altra eventuale entrata spalancata. Faccio un giro, mi guardo intorno, e vicino a me spuntano i nostri amici Enrico e Leonardo; stanno facendo foto e mi aiutano ad illuminare l’ambiente. A terra un mucchio di fogli e contenitori da archivio svelano tantissimi tipi di documenti che però nonostante ben mantenuti sono ora per noi indecifrabili. Nomi, firme, numeri e dati, c’è tanto da leggere, ma il tempo che abbiamo a disposizione è poco e bisogna fare in fretta. A parte qualche mobile rotto e accatastato nient’altro, usciamo e si procede.Piano terra o primo piano?
Bene, una volta usciti dalla stanza delle scartoffie, il panorama ci interrogava un nuovo quesito, ovvero, andiamo su per la scala o proseguiamo dritto? Quasi dimenticavo, una seconda scalinata, ora a sinistra, portava in una specie di sottoscala buio e umido, da un cucù veloce abbiamo visto che non c’era niente e quindi, via.Io decido di salire al piano superiore, incontro Gianlu e Fra che hanno avuto la mia stessa idea, ed esploriamo assieme. Ci troviamo su un lungo corridoio, le stanze sono disposte tutte su di un lato e su quello opposto ci sono invece le finestre, di dimensioni standard, che affacciano su un paesaggio fatto di terreni erbosi e un cielo grigio carico di pioggia. La prima camera che vado a perlustrare è in realtà un bagno, piccolissimo, composto da lavandino, water e vasca da bagno. Le condizioni non sono delle migliori, a terra un bidet fracassato, a rendere la stanza luminosa contribuiscono la finestra spalancata e le ceramiche, di rivestimento delle pareti, di colore bianco con dei disegni delicati color marrone. Non riesco ad entrare completamente all’interno della stanza poiché c’è il caos più totale!
Esco e proseguo lungo il corridoio, prima non avevo notato, ma attaccati alle pareti quasi sotto le finestre, ci sono dei termoconvettori, dal design parecchio retrò, servivano a scaldare l’ambiente.
Diamo uno sguardo alle stanze…una in particolare cattura la mia attenzione, è buia e fondamentalmente vuota, ma una sedia è disposta quasi esattamente al centro della stanza allineata ad un finestra con le tende semichiuse, e ciò scatena in me una sorta di strana inquietudine! Proseguendo, la seconda stanza è vuota, e in quelle condizioni esprime esattamente tutta la sua ampiezza, uscendo, alle mie spalle, adagiato sul pavimento c’è un bellissimo portariviste in legno, di colore chiaro è lavorato in tipico stile anni ‘80.
L’ultima camera di questo lungo corridoio, probabilmente era la cucina, dico probabilmente per i tanti mobili smontati e appoggiati addosso ai muri, il numero di finestre superiore alle altre stanze ( ben tre) e da non sottovalutare la presenza di un caminetto, ormai mal ridotto purtroppo.