La Villa Rossenfranz – Parte 1
15 Novembre 2021LA PICCOLA CHIESA BLU
2 Dicembre 2021Due rampe di scale, una bella lunga ci fa strada, fino ad arrivare su di un pianerottolo con tre stanze.Percorrere la gradinata non è stato nè gradevole nè sicuro, i gradini erano ricoperti di escrementi di piccioni e il soffitto sembrava crollarci addosso da un momento all’altro. Arrivati al culmine, davanti a noi un bagno, le dimensioni della stanza erano davvero misere, il wc aveva la cassetta di scarico dell’acqua completamente staccata, il lavandino pieno di sporcizia e davanti una sorta di bidet antico…era formato da una base in ferro a incrocio con sopra una vaschetta in ceramica quasi a forma di otto. Usciamo e andiamo a visitare la camera alla nostra destra…l’ambiente è strano e molto molto sporco…un’armadio in legno color radica è appoggiato alla parete in fondo a sinistra, a destra invece, troviamo un letto matrimoniale o per meglio dire quel che rimane. Due materassi appoggiati su rete sono coperti di escrementi di piccione, ai piedi una poltrona versa nelle medesime condizioni; il pavimento è in condizioni davvero precarie tanto che in un punto è visibilissimo un affossamento che rende difficile avvicinarci ai comodini. Sopra di essi due oggetti davvero inquietanti, uno stivale tipo texano da un lato e un bambolotto di pezza dall’altro.
Entrambi gli oggetti sono ricoperti di deiezioni tra i due però il bambolotto è quello che cattura la nostra attenzione…sembra avere degli spilli infilzati…subito ci fa pensare ai riti woodoo…
Dopo aver filmato e scattato da ogni possibile angolazione ci dirigiamo nell’ultima camera del pianerottolo.
Una stanza rettangolare, il pavimento è in condizioni leggermente migliori e l’unica cosa che vi abita tra queste pareti è un lettino singolo dalla struttura parecchio spartana.
Tornando sul pianerottolo ci accorgiamo che ai lati di esso ci sono due portalampade in ferro, e davanti a noi un’altra rampa di scale. Stavolta è più corta e più facile da salire…il corrimano è in legno.
In cima ad essa ci sono due stanze una delle quali raggiungibile da un pianerottolo che però non percorreremo data l’instabilità, l’altra racchiudeva tanti divani accatastati coperti da grandi lenzuola e niente di più.
Dopo essere arrivati alla conclusione che per il momento fosse tutto, scendiamo e ci dirigiamo all’uscita, passando ancora una volta per la cucina, l’unica stanza che finora era risultata sicura.
Ma non finisce qui!
Giunti in giardino tra una chiacchiera e l’altra ci rendiamo conto che qualcosa ci stava sfuggendo…sì perché un portoncino di legno ci avrebbe aperto il passaggio verso un mini appartamento annesso alla Villa.
In tutta la sua semplicità si spalanca al minimo tocco, scendiamo un gradino e siamo in una grande cucina…qui l’ambiente è molto più pulito…davanti a noi vediamo subito una bellissima macchina a gas di colore marrone, nei mobili della credenza in legno bianco ci sono ancora svariati oggetti, sullo scolapiatti stoviglie, pentolini e una moka.Qui il lavandino è in muratura, le piastrelle bianche lucide formano la struttura, accanto invece, il camino è pieno di fuliggine, residui di legna bruciata, pezzi di sedia e una griglia da barbecue. Le pareti sono bianche e verdi e sopra di esse tante foto raffiguranti santi e preghiere ci fanno dedurre quanto fossero cattoliche le persone che vi abitavano all’interno.
In fondo alla cucina scendendo un altro gradino ci troviamo in una specie di stalla, ipotesi confermata dalla presenza di varie gabbie e mangiatoie per animali da cortile. Non manca un magazzino con dentro ancora un frigo aperto vecchissimo e dal lato opposto all’interno di uno stretto corridoio, un mobile credenza colmo di oggetti; piatti, bicchieri, una moka per il caffè e sopra una sveglia di acciaio. Guardandoci attorno, anche qui troviamo tanti santini e preghiere appese ai muri.
Torniamo indietro, facendo attenzione a non inciampare sul cadavere di un povero piccione morto e saliamo la rampa di scale interna che ci condurrà al piano superiore.
La disposizione delle stanze dà l’impressione di essere in un labirinto, in realtà invece è tutto estremamente raccolto.
Sono in totale quattro e all’interno non c’è molto, una è inagibile e un’altra al suo interno ospita materassi, damigiane per il vino e un’ antichissima toeletta completa di specchio con sopra una sveglia bellissima, di quelle che nel quadrante veniva raffigurata una gallina che al trascorrere dei secondi piegava il collo verso il disegno raffigurante dei semi…ve la ricordate?ahahaha unica nel suo genere!A questo punto dopo aver riportato alla mente tali ricordi decidiamo che si è fatta ora di andare, scendiamo così le scale che ci hanno portato fin qui…arrivati in cucina siamo ormai certi di aver concluso la nostra esplorazione di oggi…zaini in spalla usciamo…
Un saluto dal team Real Urbex
In fondo alla cucina scendendo un altro gradino ci troviamo in una specie di stalla, ipotesi confermata dalla presenza di varie gabbie e mangiatoie per animali da cortile. Non manca un magazzino con dentro ancora un frigo aperto vecchissimo e dal lato opposto all’interno di uno stretto corridoio, un mobile credenza colmo di oggetti; piatti, bicchieri, una moka per il caffè e sopra una sveglia di acciaio. Guardandoci attorno, anche qui troviamo tanti santini e preghiere appese ai muri.
Torniamo indietro, facendo attenzione a non inciampare sul cadavere di un povero piccione morto e saliamo la rampa di scale interna che ci condurrà al piano superiore.
La disposizione delle stanze dà l’impressione di essere in un labirinto, in realtà invece è tutto estremamente raccolto.
Sono in totale quattro e all’interno non c’è molto, una è inagibile e un’altra al suo interno ospita materassi, damigiane per il vino e un’ antichissima toeletta completa di specchio con sopra una sveglia bellissima, di quelle che nel quadrante veniva raffigurata una gallina che al trascorrere dei secondi piegava il collo verso il disegno raffigurante dei semi…ve la ricordate?ahahaha unica nel suo genere!A questo punto dopo aver riportato alla mente tali ricordi decidiamo che si è fatta ora di andare, scendiamo così le scale che ci hanno portato fin qui…arrivati in cucina siamo ormai certi di aver concluso la nostra esplorazione di oggi…zaini in spalla usciamo…
Un saluto dal team Real Urbex