L’EVENTO: “GUARDARE OLTRE”
8 Novembre 2021La Villa Rossenfranz – Parte 2
22 Novembre 2021Situata su di una collina e recintata da nastri di divieto d’accesso ormai strappati, la location si presenta molto bella ma pericolante.
In questo articolo vi raccontiamo la nostra avventura in una location davvero bizzarra! Villa Rossenfranz locata su di una collina ha nel suo entourage una costruzione che fungeva immagino da magazzino e una struttura che dall’esterno aveva tutto l’aspetto di una chiesa. Dopo aver sistemato tutta l’attrezzatura necessaria, per logica o per comodità scegliamo di visionare per primo il magazzino. L’odore di marcio è tremendo nonostante sia aperto il portone…all’interno delle damigiane e altri materiali giacciono sotto un tetto ormai decadente e in parte crollato. Una porta sempre in legno, verde, è serrata ma uscendo ci accorgiamo che varcandola ci avrebbe condotti in un garage. Qui dentro troviamo delle ciotole con residui di cibo, molto probabilmente qualche anima buona viene a sostenere i randagi che vi si rifugiano all’interno.Accanto al garage una legnaia. Camminando tra la sterpaglia ci dirigiamo verso la struttura che sembra dall’esterno una chiesa…lo stabile è in pietra di colore chiaro e sulla facciata frontale si vedono come delle nicchie dove sui bordi è rimasto ancora del colore blu. L’entrata è ricoperta in gran parte da un grosso cespuglio di rovi, ma passiamo lo stesso. Dentro è buio pesto nonostante sia giorno, si intravedono tante ragnatele anche di grosse dimensioni e per evitare di finirci contro con la luce ci facciamo strada. Anche qui tante damigiane e addirittura delle bottiglie che, appese al soffitto, pendono a testa in giù. Tutte quelle ragnatele rendono fastidiosa l’esplorazione e così dal momento in cui è palese non esserci nulla di particolarmente interessante ci dirigiamo all’uscita. Guardandoci bene attorno, notiamo un’entrata secondaria…caspita, in fondo il tetto è quasi totalmente crollato! All’entrata sulla sinistra una vecchia mola vuole raccontare tutto il suo operato, a destra una scala a chiocciola ci condurrà al piano alto di questo edificio. I gradini sono in legno, stretti e piccoli; non sono proprio rassicuranti ma come si fa a tralasciare un angolo che potrebbe avere una certa rilevanza? Ebbene si sale…
L’ambiente è tutto bianco, il pavimento non si vede benissimo da quanta polvere vi è depositata, qualcosa di veramente strano cattura la nostra attenzione.
Dal soffitto scendono delle corde e attaccate ad una di esse troviamo un grosso numero di teste di aglio…ma che strano…non era neanche marcito dal tempo e questo mi fa pensare che sia stato messo lì non da molto. Sulla parete in fondo un simbolo esoterico ci lascia perplessi..era una stella a 6 punte con su scritti una serie di 6…riti?mah…
Scendiamo prestando attenzione ai gradini e ci dirigiamo finalmente verso la Villa.
L’edificio è veramente grande, due piani più un’ampia terrazza, ci giriamo attorno per capire quale sia l’entrata più sicura. Già dall’esterno si evince che la struttura è ormai estremamente pericolante ma con le giuste precauzioni si può portare avanti l’esplorazione. Un’entrata davvero semplice si apre davanti ai nostri occhi, è la cucina, non ci sono porte quindi il viaggio inizia da qui. I mobili ci sono tutti, impacchettati, smontati e accatastati da un lato lasciano grande spazio alla macchina a gas per cucinare e ad un frigorifero; il lavandino è qualcosa di veramente unico, è completamente in pietra o forse granito rosso con una sola vasca tonda e poco profonda.
Proseguendo, a destra troviamo una bellissima stanza dalle pareti di colore rosa con all’angolo un camino annerito dall’ultimo focolare acceso, delle sedie appilate e una stufa con la canna fumaria che probabilmente veniva alimentata o a legna o a pellet. Dulcis in fundo…il pianoforte…nero…ancora funzionante!! Questa stanza è incantevole, le poltrone in tessuto arricchiscono l’ambient ma l’aria che si respira è strana, quasi inquietante. Al di là un’altra camera, è molto buio, aiutati dalle torce possiamo notare un tavolino carico di oggetti e tanti bicchieri di vetro color verde a terra…parecchi sono spaccati. Una porta in legno a vetri ci divide dall’altro lato della casa, e a questo punto allora, decidiamo di tornare indietro e passare dal lato della cucina.
I pavimenti di questa casa sono parecchio dissestati e quindi massima attenzione durante gli spostamenti!
Arrivati nuovamente in cucina proseguiamo dritto, la stanza in cui ci troviamo ora è un buco…c’è un mobile pieno di libri di ogni genere, alcuni sono a terra, un divanetto e una sedia impagliata sono annerite forse dalla grande quantità di umidità e dalla muffa…dal soffitto pende un lampadario azzurro. Andando avanti sulla destra una scala che porta su poi ancora una che porta nei sotterranei e un’altra stanza buia. Partiamo da quest’ultima…anche qui moltissimi libri, soprattutto enciclopedie…sulle pareti la carta da parati, è a rigoline e sparse figure che rappresentano le palme, sono di colore verde e evidentemente create con degli stencil.
Dopo aver appurato che non c’era più niente di rilevante importanza ci dirigiamo verso lo scantinato. Un luogo angusto…buio e dall’aria pesante al suo interno non conteneva più niente. Non ci restava ormai che dirigerci al piano superiore.
In questo articolo vi raccontiamo la nostra avventura in una location davvero bizzarra! Villa Rossenfranz locata su di una collina ha nel suo entourage una costruzione che fungeva immagino da magazzino e una struttura che dall’esterno aveva tutto l’aspetto di una chiesa. Dopo aver sistemato tutta l’attrezzatura necessaria, per logica o per comodità scegliamo di visionare per primo il magazzino. L’odore di marcio è tremendo nonostante sia aperto il portone…all’interno delle damigiane e altri materiali giacciono sotto un tetto ormai decadente e in parte crollato. Una porta sempre in legno, verde, è serrata ma uscendo ci accorgiamo che varcandola ci avrebbe condotti in un garage. Qui dentro troviamo delle ciotole con residui di cibo, molto probabilmente qualche anima buona viene a sostenere i randagi che vi si rifugiano all’interno.Accanto al garage una legnaia. Camminando tra la sterpaglia ci dirigiamo verso la struttura che sembra dall’esterno una chiesa…lo stabile è in pietra di colore chiaro e sulla facciata frontale si vedono come delle nicchie dove sui bordi è rimasto ancora del colore blu. L’entrata è ricoperta in gran parte da un grosso cespuglio di rovi, ma passiamo lo stesso. Dentro è buio pesto nonostante sia giorno, si intravedono tante ragnatele anche di grosse dimensioni e per evitare di finirci contro con la luce ci facciamo strada. Anche qui tante damigiane e addirittura delle bottiglie che, appese al soffitto, pendono a testa in giù. Tutte quelle ragnatele rendono fastidiosa l’esplorazione e così dal momento in cui è palese non esserci nulla di particolarmente interessante ci dirigiamo all’uscita. Guardandoci bene attorno, notiamo un’entrata secondaria…caspita, in fondo il tetto è quasi totalmente crollato! All’entrata sulla sinistra una vecchia mola vuole raccontare tutto il suo operato, a destra una scala a chiocciola ci condurrà al piano alto di questo edificio. I gradini sono in legno, stretti e piccoli; non sono proprio rassicuranti ma come si fa a tralasciare un angolo che potrebbe avere una certa rilevanza? Ebbene si sale…
L’ambiente è tutto bianco, il pavimento non si vede benissimo da quanta polvere vi è depositata, qualcosa di veramente strano cattura la nostra attenzione.
Dal soffitto scendono delle corde e attaccate ad una di esse troviamo un grosso numero di teste di aglio…ma che strano…non era neanche marcito dal tempo e questo mi fa pensare che sia stato messo lì non da molto. Sulla parete in fondo un simbolo esoterico ci lascia perplessi..era una stella a 6 punte con su scritti una serie di 6…riti?mah…
Scendiamo prestando attenzione ai gradini e ci dirigiamo finalmente verso la Villa.
Villa madre
L’edificio è veramente grande, due piani più un’ampia terrazza, ci giriamo attorno per capire quale sia l’entrata più sicura. Già dall’esterno si evince che la struttura è ormai estremamente pericolante ma con le giuste precauzioni si può portare avanti l’esplorazione. Un’entrata davvero semplice si apre davanti ai nostri occhi, è la cucina, non ci sono porte quindi il viaggio inizia da qui. I mobili ci sono tutti, impacchettati, smontati e accatastati da un lato lasciano grande spazio alla macchina a gas per cucinare e ad un frigorifero; il lavandino è qualcosa di veramente unico, è completamente in pietra o forse granito rosso con una sola vasca tonda e poco profonda.
Proseguendo, a destra troviamo una bellissima stanza dalle pareti di colore rosa con all’angolo un camino annerito dall’ultimo focolare acceso, delle sedie appilate e una stufa con la canna fumaria che probabilmente veniva alimentata o a legna o a pellet. Dulcis in fundo…il pianoforte…nero…ancora funzionante!! Questa stanza è incantevole, le poltrone in tessuto arricchiscono l’ambient ma l’aria che si respira è strana, quasi inquietante. Al di là un’altra camera, è molto buio, aiutati dalle torce possiamo notare un tavolino carico di oggetti e tanti bicchieri di vetro color verde a terra…parecchi sono spaccati. Una porta in legno a vetri ci divide dall’altro lato della casa, e a questo punto allora, decidiamo di tornare indietro e passare dal lato della cucina.
I pavimenti di questa casa sono parecchio dissestati e quindi massima attenzione durante gli spostamenti!
Arrivati nuovamente in cucina proseguiamo dritto, la stanza in cui ci troviamo ora è un buco…c’è un mobile pieno di libri di ogni genere, alcuni sono a terra, un divanetto e una sedia impagliata sono annerite forse dalla grande quantità di umidità e dalla muffa…dal soffitto pende un lampadario azzurro. Andando avanti sulla destra una scala che porta su poi ancora una che porta nei sotterranei e un’altra stanza buia. Partiamo da quest’ultima…anche qui moltissimi libri, soprattutto enciclopedie…sulle pareti la carta da parati, è a rigoline e sparse figure che rappresentano le palme, sono di colore verde e evidentemente create con degli stencil.
Dopo aver appurato che non c’era più niente di rilevante importanza ci dirigiamo verso lo scantinato. Un luogo angusto…buio e dall’aria pesante al suo interno non conteneva più niente. Non ci restava ormai che dirigerci al piano superiore.